giovedì 19 gennaio 2012

Che senso ha....

- Buongiorno a tutti.
Oggi non ho nemmeno voglia di aprire un argomento.
Ieri ho passato un momento molto brutto.
Soffro di crisi di panico, isterismo, ansia o come volete chiamarle.
Fatto sta che ho perso conoscenza senza svenire per fortuna.
E per fortuna avevo il mio compagno accanto.
Ha evitato che mi distruggessi ancor di più.
Ora ho solo una mano bruciante, ho le unghie corte questa volta.
E non ricordo nemmeno un secondo di quell'ora.
Passerà anche stavolta, passa sempre tutto.

Sono ormai anni che affronto queste crisi.
Gli psicologi mi mandano dallo psichiatra e io mi nascondo perchè non voglio finire come alcuni che conosco.
Quelle medicine distruggono il cervello più delle droghe.
Preferisco avere le convulsioni che smettere di provare ogni tipo di emozione.

Se non siete d'accordo, pace.
E' pur sempre la mia vita.

Tutto passa.
E passerà anche questa volta.

Buona giornata. -

2 commenti:

  1. Psicologi e psichiatri sono due categorie che odio dal mio più profondo del cuore. Quelli che ho conosciuto mi hanno sempre disgustato: sai pensavano di avere tutte le risposte in mano visto che loro conoscono la mente umana.... Vorei che fossero meno spocchiosi e un pò più umili, ma va bè.... Lasciamoli cuocere nel loro brodo.
    Un abbraccio forte forte

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  2. Cara Contessa vi voglio raccontare una storia: non so se interessante o tediosa ma di sicuro vera: da piccolo soffrivo di convulsioni, trattenevo il fiato fino quasi a svenire, per fortuna poco prima che cadessi in catalessi arrivava la mia cara nonna che con un sonoro ceffone provocandomi il pianto mi evitava guai anche peggiori...col passare degli anni fortunatamente queste crisi si sono affievolite fino ad essersi estinte. Poi da adolescente sono stato da medici del cervello, guru, maghi e santoni vari per il fatto che sono timido e introverso, parlo pochissimo, non mi apro facilmente con gli altri, almeno non con tutti, i pochi fortunati, o sfortunati *ridacchia* che mi conoscono però pensano io sia una persona piacevole e un buon amico, qualcuno cui chiedere riparo nel momento del bisogno sempre pronto a prestare orecchio ai problemi, e offrire una spalla per le lacrime e una pacca di conforto.
    I medici non avevano capito che per aprire il mio forziere era necessaria la giusta combinazione di pazienza e dolcezza e non una tenaglia di arroganza e pregiudizio.
    Perdonate l'ardire se prima di congedarmi da voi vi stringo in un abbraccio di affettuoso conforto *si avvicina e abbraccia dolcemente la Contessa* e ora col vostro permesso mia Signora, i miei averi e le mie terre reclamano la mia presenza per essere amministrati degnamente, che gli amministratori sono tutti ladri. *ammicca*
    *si inginocchia e bacia la mano della Contessa*
    A presto mia cara
    *si allontana*

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